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Storia della Stampa su Tessuto

La stampa su tessuto con blocchi di legno era conosciuta nell'antichità in Asia, probabilmente originaria della Cina, come metodo per stampare sulla stoffa e successivamente sulla carta. I più antichi esempi ci arrivano dalla Cina prima del 220 e dall'Egitto nel IV secolo.

Per stampa dei tessuti  s'intende l'arte di decorare una stoffa, qualunque ne sia la natura o la qualità, con disegno a uno o più colori applicabili su essa con mezzi diversi.

Le origini di quest'arte, che fu quasi certamente preceduta da quella della tintura, rimontano alla più remota antichità: con molta verosimiglianza, la culla di tutti i metodi applicati nella stampa dei tessuti fu l'India, sebbene non manchino autori che ne fanno risalire l'invenzione ai Cinesi. A ogni nodo è certo che Plinio riferisce che gli Egiziani erano assai esperti nella fabbricazione di tessuti tinti e decorati con disegni varî e variamente colorati, mediante applicazione di mordenti e successiva tintura con sostanze naturali, verosimilmente garanza e indaco. I tessuti indiani decorati, i cui disegni erano eseguiti a mano, furono conosciuti in Europa sotto il nome francese di indiennes molto anticamente, certo molto prima che fossero fatti i primi tentativi per produrre qualche cosa di simile o per imitarli in un modo qualunque. Sarebbe difficile stabilire in quale epoca precisa e dove si videro in Europa i primissimi saggi di quest'arte: molto probabilmente essi cominciarono contemporaneamente in parecchi paesi, dove ebbero carattere piuttosto di pitture su stoffa, anziché di vera stampa, tanto vero che il nome di toiles peintes, usato per lungo tempo a indicare questa produzione, precedette di molto quello di tissus imprimés. Da campioni esistenti nel Kensington Museum si rileva che saggi di tela stampata si ebbero in Sicilia già nel sec. XIII: un campione di tessuto di cotone, di cui è fatto menzione nel trattato di A. Sansone, Printing of Cotton Fabrics (Manchester 1887), tessuto offerto da sir J. Lee all'autore, proverebbe che, in Italia, l'arte di stampare tessuti, mediante impiego di pennelli e di stampi in legno, era conosciuta certamente nel sec. XVI; d'altra parte, in Inghilterra alla Compagnia delle Indie furono, nel 1619, 1634 e 1675, concesse licenze per la produzione di indiennes stampate: nel 1689 una manifattura di queste stoffe fu stabilita presso Neuchâtel; nel 1746 i fratelli Koechlin fondavano a Mulhouse la loro fabbrica di tessuti stampati, che doveva, in seguito, assurgere a riputazione universale; nel 1738 sorse la prima manifattura in Scozia e nel 1763 la prima in Manchester.

Comunque, tutta questa produzione era fatta lavorando a mano, sia all'incirca come una pittura, sia in forma più industriale, con stampi di legno applicati a mano sulla stoffa, dopo averli passati su telai imbevuti di colore. Naturalmente la produzione ottenuta con questi mezzi non poteva che essere assai limitata: non fu che dopo l'introduzione dei mezzi meccanici che si poté parlare di una vera e propria industria della stampa su tessuti. Le tappe, che l'adozione di mezzi meccanici percorse, possono essere brevemente indicate così: verso il 1790, J. Leitenberger creò la prima macchina a stampi; segui nel 1830 il Perrot di Rouen, con la sua macchina, cui rimase il nome di "perrotine", la quale, ripresa dal Hummel di Berlino, fu da questo assai perfezionata, così che se ne ebbero modelli a movimento alternativo e modelli a movimento rotativo, che ancora oggi trovano applicazione in alcuni rami della produzione. Nel frattempo, l'idea trovata e brevettata dallo scozzese Bell di una macchina a cilindri di rame (in un brevetto da lui chiesto nel 1783 è descritto un modello capace di stampare fino a sei colori) si diffondeva dappertutto e in breve numerosi esemplari di macchine di questo tipo, successivamente perfezionate, furono installati in Inghilterra, in Germania, in Svizzera, in Francia (ricordiamo i pionieri Livesey, Hargraves, Hall e C. di Preston, Leitenberger di Reichstadt, i fratelli Herosé di Aarau, l'Oberkampf di Jouy in Francia, la Manifattura di Wesserling in Alsazia).

L'impulso dato dall'adozione delle macchine a cilindri fu così grande e così esteso, che, nonostante che in taluni paesi, come in Inghilterra, una legge speciale (promulgata nel 1720, abrogata nel 1774) vietasse alle donne di vestirsi con tele stampate e la produzione fosse colpita con tasse abbastanza gravose, già nel 1830 la produzione inglese saliva a 8 milioni annui di pezze di 25 yards ciascuna e nel 1840 a ben 16 milioni.

Non molto dopo tale industria trovava, nella scoperta dei coloranti artificiali, un'altra spinta formidabile che solo sul principio del XX secolo doveva arrestarsi, avendo raggiunto in tutti i paesi industriali una estensione straordinaria, di cui può dare un'idea il numero delle macchine da stampare, che nel solo distretto industriale di Manchesier ammontavano verso il 1900 a oltre 500, di cui molte a 10-12 e fino a 14 colori.

In linea generale i principali procedimenti necessarî alla stampa di un tessuto si possono riassumere nei due seguenti: stampa propriamente detta, ossia applicazione del colore sul tessuto; fissaggio del colore (vaporizzaggio) e fissaggio complementare. Operazioni preparatorie sono il candeggio, la mercerizzazione, la cimatura; operazioni di finitura, i lavaggi, l'asciugamento e l'appretto.