Differenza tra stampa tradizionale
e stampa digitale

Tutti sono a conoscenza della stampa  tradizionale ora proviamo ad illustrare la differenza con quella a INKJET DIGITALE. 

Vediamo di confrontarle per capire come e quando è preferibile utilizzare l’una o l’altra. Prima di tutto però ci sembra necessario, ai fini della comprensione della questione, una breve spiegazione delle ragioni che hanno fatto nascere e affermare la stampa digitale, arrivando a proporla quasi come un’alternativa alla stampa tradizionale. La costante evoluzione e la continua accelerazione della moda, ha fatto sì che il settore tessile si trovasse a risolvere una serie di problemi connessi alla preparazione delle collezioni di stampa, principalmente per quanto riguarda tempi , costi e rischi. Infatti, per poter realizzare un disegno in stampa tradizionale, in primis è necessario realizzare lo strumento da stampa, sia esso il quadro o il cilindro. Ciò implica tempi e logistica della gestione e magazzinaggio degli impianti stessi. I tempi minimi per realizzare gli impianti da stampa variano da una a due settimane secondo il periodo nel quale vengono incisi (cioè in stagione o fuori stagione) e le difficoltà del disegno. Per quanto riguarda i costi, la realizzazione dei suddetti impianti di stampa, rappresenta appunto un costo che necessita di essere ammortizzato sul metraggio stampato, il che implica che se il metraggio diminuisce, l’ammortamento cresce. Infine va tenuto conto che i costi di impianto sono costi a rischio, in quanto è impossibile sapere con esattezza, al momento dell’incisione, quali saranno i risultati di vendita e di conseguenza i metri stampati e sui quali sarà calcolato l’ammortamento. Inoltre bisogna tenere conto del fatto che il mercato tessile attualmente registra una notevole diminuzione delle quantità vendute per disegno, con conseguente aumento dei costi di ammortamento degli impianti. Un altro fattore di cui tener conto è la crisi economica iniziata alla fine degli anni ’90 che ha portato ad una sempre maggiore personalizzazione dei disegni di stampa, con la conseguente riduzione dei quantitativi dei lotti. Lo spezzettamento e il frazionamento delle quantità stampate ripartite su più disegni non consentiva il recupero sufficiente dei costi di incisione e di allestimento delle collezioni. La moda d’altro canto ha sviluppato una propensione alla sollecitazione della clientela verso un’offerta continua e slegata dall’avvicendarsi delle stagioni, imponendo notevoli cambiamenti nel vestire all’interno dello stesso anno. Alla luce delle suddette considerazioni la stampa digitale si presenta come un’interessante alternativa poiché: elimina i costi d’impianto, dal momento che non necessita di incidere quadri e cilindri, e vi rimane solo il costo dell’elaborazione digitale; riduce i tempi tecnici per presentare nuovi disegni; riduce e annulla quasi i costi di ammortamento degli impianti di stampa; annulla i costi dei supplementi di stampa dovuti alle piccole quantità; annulla i problemi tecnici che limitano la creatività nella stampa tradizionale; non ha limiti alla personalizzazione del disegno. Nonostante ciò, la stampa digitale presenta al contempo anche dei limiti, il più significativo dei quali è il problema del costo di lavorazione e dei tempi di produzione. Il costo di lavorazione, che è da intendersi privo dell’ammortamento degli impianti di stampa, è sensibilmente superiore a quello della stampa tradizionale a causa della limitata produzione quantitativa odierna. Con questo intendiamo la ridotta quantità di produzione nell’unità di tempo, infatti mediamente questa è quantificabile in circa 600/800mt. al giorno con una buona risoluzione di stampa, contro i 3000/4000 mt. giornalieri di una mano-macchina e i 7200/8000 mt. al giorno di una stampa rotativa a cilindro(analizzandone solo i tempi vivi di stampa). La conseguenza è che sopra certi quantitativi i tempi di consegna si allungano riducendo sensibilmente il complesso dei vantaggi propri della stampa digitale, per l’ovvia necessità di ripetere in produzione gli effetti della campionatura. Un interessante utilizzo della stampa digitale, che ovvia a questo inconveniente, potrebbe consistere nelle campionature, lasciando la produzione alla stampa tradizionale. Anche questa soluzione però porta con sé alcuni problemi, il primo dei quali è l’annullamento delle possibilità cromatiche e degli effetti ottenibili in digitale. Infatti se la produzione è pensata in tradizionale, anche la campionatura dovrà attenersi ai limiti di colore ed effetto ottenibili allo stesso modo. L’altro problema è dato dalla corrispondenza tra campionatura e produzione, poiché la stampa avviene con modalità totalmente diverse, così come la configurazione del colore ed è inevitabile che i risultati siano diversi. Infine esiste un problema di costi: nel caso di una futura produzione in tradizionale, non si può considerare una reale assenza di costi d’impianto in quanto i lucidi saranno da realizzare e andranno comunque fatti incidere i quadri o i cilindri a seconda del caso. A questo punto ritengo che, nonostante vi siano grandi progressi tecnologici all’interno della stampa digitale, essa non permetta veramente di ridurre i tempi e i costi connessi, ma rappresenta piuttosto, un ottimo supporto della stampa tradizionale, poiché rende realizzabili disegni che altrimenti risulterebbero impossibili con l’incisione. Questo implica accettarne i costi e i tempi di produzione, ma anche pianificare con cura la scelta del segmento di mercato a cui proporre il prodotto stampato in digitale con il grande vantaggio di una creatività quasi senza limiti. Infine vorrei accennare che, tutte queste considerazioni valgono per la stampa di metraggi di tessuto per abbigliamento e arredamento, mentre diverse riguardano la stampa per accessori o foulard, sciarpe, stole e simili. In questo caso la possibilità di avere il capo praticamente finito in brevissimo tempo permette vantaggi di tempi sia di creazione della proposta che di produzione, oltre ad una possibilità cromatica quasi infinita, che rendono il digitale molto più conveniente della stampa tradizionale. L’ultimo punto che vorrei trattare riguarda un aspetto meramente estetico del confronto fra tradizionale e digitale. Infatti la possibilità di riprodurre una gamma infinita di colori e di possibilità grafiche, come ad esempio le fotografie, ha fatto sì che, soprattutto all’inizio della stampa digitale, venisse stampato un po' di tutto, senza badare molto allo stile, alla risoluzione e alla bellezza effettiva del soggetto usato, con il risultato di ottenete effetti “cheap”, che il consumatore ha dimostrato di non apprezzare. Oggi il digitale è trattato con la stessa cura della progettazione per la stampa tradizionale, ma il rischio dovuto al voler necessariamente mostrare tutte le potenzialità cromatiche di questa tipologia di stampa, è sempre in agguato. Nelle fiere tessili spesso sono presenti tessuti di scarsa valore estetico e molto simili tra loro, proprio perché i disegni estremamente colorati, ma poco studiati rischiano di sembrare solo varianti l’uno dell’altro. È perciò indispensabile non perdere mai di vista il fatto che, nonostante la facilità di questa tipologia di stampa e la necessità di una minore competenza tecnica per realizzarla, visto l’assenza degli strumenti e della preparazione dei colori, la buona qualità e la competitività dei prodotti stampati in digitale divengono essenziali. Tali requisiti sono conseguenze di uno studio accurato del disegno, di un’estrema attenzione estetica e cromatica e del rispetto dei principi di base del disegno tessile. Solo così i tessuti stampati in digitale potranno avere la medesima dignità estetica di quelli stampati in tradizionale, ed anzi divenire una tipologia tessile degna di interesse non solo economico, ma soprattutto qualitativo.