Controllo Qualità


Al termine della lavorazione si esegue il controllo qualità, cioè si certifica che il tessuto risponda a tutti i requisiti necessari e sia, in sintesi, “pronto per l’ago” quindi per essere confezionato. Sarebbe buona prassi effettuare il controllo qualità alla fine di ogni fase produttiva, ma purtroppo spesso viene eseguito solo il controllo qualità sul tessuto finito. Il controllo qualità oltre che certificare l’esatta dimensione metrica in lunghezza e in altezza della pezza, può effettuare una serie di prove di laboratorio che attestino la rispondenza alle richieste del cliente, alle esigenze di mercato e alle specifiche presenti in eventuali capitolati. Tutte quelle operazioni di verifica che non necessitano di essere svolte in laboratorio, poiché valutano difetti visibili ad occhio nudo, sono svolte su una macchina detta specola, che trasporta il tessuto, in condizione di assoluta assenza di tensione, onde non influire sulla stabilità dimensionale (con particolare attenzione ai jersey, ai tulle e agli elasticizzati) in genere facendolo scorrere ad una velocità variabile che consenta all’operatore una sufficiente percezione visiva dell’eventuale difetto. Tale operazione permette quindi, il calcolo del metraggio e dell’altezza del tessuto e consente di rimediare, qualora possibile, alle piccole imperfezioni (presenza di nodi, fili doppi, fili rotti, piccole macchie di stampa eliminabili con ritocco manuale ecc). Infine permette di segnalare, mediante richiami sulla cimosa, la presenza di difetti ai quali non è possibile porre rimedio. In tal caso vengono memorizzati con codici tramite un opportuno sistema informatico, che alla fine del controllo evidenzia la percentuale di ripetizione del difetto e la conseguente eventuale inaccettabilità da parte del cliente finale. Anche qualora il tessuto rientri nei limiti di accettabilità, al cliente viene segnalata la percentuale di difetti presenti al fine di evitare che la fase di taglio venga effettuata sui metraggi nei quali siano troppo frequenti. I richiami applicati in cimosa, possono essere differenziati tramite l’uso di colori diversi in base alla tipologia di difetto.

Test

Oltre ai controlli visivi viene prelevato materiale sufficiente dal tessuto in fase di controllo per essere sottoposto ai vari test di laboratorio e verificarne la rispondenza all’esigenza richiesta dal cliente. Le principali caratteristiche che vengono controllate sono le seguenti: la solidità alla luce; la solidità all’acqua; la solidità al lavaggio a secco; la solidità al sudore; la solidità di particolari lavorazioni (es. stampa flock, applicazioni di lamine ecc); la solidità dimensionale; la verifica altezza utile; la verifica del peso; la verifica del testa-coda; la verifica del centro-cimosa e cimosa-cimosa. Per verificare la solidità alla luce il campione, viene sottoposto ad uno specifico test che consiste nell’esporre il suddetto campione ad una sorgente luminosa per un determinato tempo, insieme ad una serie di 8 campioni della così detta “scala dei blu”. Questi campioni sono stati tinti con coloranti con solidità diverse, perciò alla fine del tempo indicato, si confronta il nostro campione con i talloncini della scala dei blu e, in base a quale di essi ha subito la stessa degradazione della tinta, si stabilisce il grado di solidità. Il valore minimo ritenuto mediamente accettabile dal punto di vista commerciale è il valore 3.

 

VALORE NUMERICO DELLA SCALA DEI BLU

INTERPRETAZIONE DEI  VALORI DI SOLIDITÀ ALLA LUCE

1 solidità debolissima

2 solidità debole

3 solidità moderata

4 solidità abbastanza buona

5 solidità buona

6 solidità buonissima

7 solidità ottima

8 solidità eccezionale

 

Per verificare la solidità all’acqua, al campione viene cucito da entrambe le parti un campione bianco, detto testimone, della stessa composizione del campione in esame e successivamente viene lavato ad acqua in determinate condizioni di tempo e temperatura. La presenza del testimone è necessaria poiché la solidità all’acqua prende in considerazione sia la degradazione della tinta, sia lo stingimento su testimoni bianchi. La valutazione della degradazione del colore originario viene fatta per confronto con la scala dei grigi, determinando il grado di contrasto visivo tra il campione in esame e la scala stessa. Il risultato si esprime secondo la tabella seguente e il valore minimo ritenuto mediamente accettabile è il valore 3. La solidità all’acqua per stingimento viene fatta confrontando il contrasto tra i testimoni bianchi originali e quelli che hanno subito la prova; sempre con la scala dei grigi si attribuisce l’indice della solidità allo stingimento, che come nel caso della degradazione ha valore minimo mediamente accettabile dal punto di vista commerciale, 3. Per quanto riguarda la solidità al lavaggio a secco, normalmente se i valori di solidità al lavaggio in acqua sono buoni, i valori di solidità al lavaggio a secco sono ancora migliori. I valori numerici sono i medesimi della degradazione e lo stingimento in acqua. Infine abbiamo la valutazione della solidità al sudore, che avviene anche in questo caso valutando la degradazione e lo stingimento. se i valori di solidità all’acqua sono buoni, generalmente sono sufficientemente buoni o appena inferiori anche nel caso della solidità al sudore. È naturalmente indispensabile indicare se le solidità è riferita al sudore acido o alcalino e, vista la soggettività e variabilità delle condizioni di sudore, la valutazione delle solidità al sudore è eseguita solo raramente e solo se esclusivamente richiesta.